La parola che più esprime il significato della “cucina” di peperosa è “contaminazione”.
Una cucina in continuo movimento, perché i piatti nascono dalle tradizioni ma si evolvono grazie alle diversità culturali,
all’utilizzo dei migliori ingredienti del territorio e alle tecniche di cottura,
che esaltano sempre più le materie prime utilizzate, i loro sapori, i loro odori.

Di origini medievali, la piazza nasce con il nome di “parlascio”, storpiatura del latino paralisium (“anfiteatro”),
nel tempo, progressivamente riempita di costruzioni, variamente utilizzate
come deposito di sale, polveriera e anche come carcere.
Nell’Ottocento, fu decisa una ripresa urbanistica dell’antica struttura, liberando lo spazio
dell’arena dalle piccole costruzioni che vi si affollavano e fu aperta la “via dell’anfiteatro”
che ne ripercorre all’esterno il profilo ellittico. Nel nuovo spazio urbano, utilizzato in passato per il mercato cittadino,
si aprono numerosi negozi e ristoranti. L’accesso alla piazza è possibile tramite 4 porte a volta,
ma solo una di queste, la più bassa, ricalca esattamente uno degli originari accessi. Il Peperosa fa parte delle fortunate attività che possono offrire ospitalità in questa bellissima e affascinante location, visitata ogni anno da un numero incredibile di turisti.
Nel periodo estivo, l’allestimento esterno permette di cenare a lume di candela in una delle più suggestive piazze d’Italia.